A volte è un pensiero passeggero accompagnato da una lieve contrazione nel corpo. Altre, una nube pesante e nera, fitta di immagini che ci impediscono di prendere sonno. Altre ancora, è un insieme di sensazioni fisiche così intense che quasi ci sembra di morire, e non a caso alcuni di noi si precipitano al pronto soccorso a chiedere rassicurazioni. Sto parlando della paura, la reazione naturale di ogni essere umano di fronte a una minaccia vera o percepita. O chiamatela, se volete, ansia, preoccupazione, panico, stress o come diavolo vi pare. Fatto sta che ci riguarda tutti, anche quelli più coraggiosi fra noi, e proprio per questo oggi ve ne voglio parlare, condividendo con voi un paio di riflessioni e suggerimenti che spero possano aiutarvi non solo a conquistarla, ma a usarla come motore per diventare persone migliori.
La paura fa parte delle nostre vite
Che sia la paura di parlare in pubblico, l’ansia da performance, il timore di non essere amati o la fobia dell’aereo, sappiate una cosa: non esiste una vita senza paura, né soluzioni facili per liberarvene. Potete bere, drogarvi, fare sesso a più non posso, comprare oggetti meravigliosi o lavorare come matti. E forse, per un po’, non la sentirete. Ma poi, quando meno ve lo aspettate, la paura tornerà a farvi visita. Sta a voi decidere: se continuare a fuggire attraverso scelte che, nel tempo, rischiano di farvi sentire sempre più deboli, oppure affrontarla.
Con le vostre paure, siate più simili a Trudeau che a Trump
Così come Donald Trump con il Messico, di fronte alle nostre paure potremmo avere una gran voglia di erigere muri. Seguite, piuttosto, l’esempio di Justin Trudeau. Date loro il benvenuto un po’ come il primo ministro canadese ha fatto con tutti i rifugiati, sapendo che accoglierle vi renderà, nel tempo, più forti. In altre parole, prendete atto che la paura c’è, e diventate curiosi. Stilate un elenco delle vostre paure giornaliere e iniziate a conoscerle. Che cosa sentite nel corpo quando avete paura? Dove lo sentite? Sono sensazioni che restano sempre uguali, oppure cambiano? Invece di giudicarle e affannarvi a liberarvene, fate amicizia con le accelerazioni del battito cardiaco, il sudore alle mani, gli aggrovigliamenti della pancia, e con tutti gli altri segnali che la paura è con voi. E se una vocina vi dicesse che questa è follia, che non dovete assolutamente farlo, ricordatevi che non esiste nulla di più spaventoso di ciò che evitiamo.
Siate gentili con voi stessi
Se siete di quelli che si rimproverano per le proprie ansie e paure, fatevi un enorme favore: smettetela. Avere paura è umano. Ripetete vi prego: avere paura è umano. Poi, a seconda di come vi relazionate con la paura, potete diventare dei vigliacchi così come dei supereroi. Diciamo che se volete avere un cuore aperto – sapevate che la parola coraggio deriva dal latino coraticum, che deriva da cor, che significa cuore?- il primo passo è calmare la mente. E se vi giudicate troppo severamente, la mente si riempie di pensieri inutili. Ricordatevi piuttosto di tutte le vostre qualità. Fatene un elenco, oppure chiedete a qualcuno che vi vuole bene.
L’impazienza è il vostro più grande nemico
Come psicoterapeuta e insegnante di mindfulness, lo vedo accadere spesso: soffriamo inutilmente non solo quando siamo troppo duri con noi stessi ma anche, e forse proprio per questo, perché siamo impazienti. Ci aspettiamo di conquistare la paura in un minuto, un giorno, una settimana, un mese. In ogni caso, nel tempo che ha stabilito il nostro critico interiore. Badate bene: potremmo anche superare una paura in un momento straordinario ed epifanico, ma non possiamo decidere a priori quando arriverà. Se state lavorando sulle vostre paure, o con qualsiasi altra emozione difficile valorizzate il percorso che state facendo, indipendentemente dal risultato finale che avete in mente. Vi aiuterà ad acquisire consapevolezze durature, invece che fugaci vittorie che vi rendono ancora più ansiosi.
Non si tratta di respingere, ma di lasciare andare
Una volta che avete dato il benvenuto alla paura, lasciatela andare. Lasciare andare non ha nulla a che vedere con il respingere, ma deriva naturalmente dalla scelta di spostare l’attenzione da un oggetto a un altro. Quando sentite che è possibile lasciare andare i pensieri legati alla paura, semplicemente fatelo. Se state meditando, tornate a sentire le sensazioni del respiro. Se siete nel resto della vostra esistenza, dedicate la vostra energia a ciò che conta davvero per voi in quel momento. Nei casi di paura intensa, vi troverete dopo poco ancora impigliati nelle maglie dei suoi pensieri. Non innervositevi, fate di nuovo amicizia con la sua presenza (tornate al punto 2) e, quando sentite che ha allentato un po’ la morsa, lasciate di nuovo andare. Coltivare l’arte di lasciare andare, che non è un atto di rinuncia ma di potere, è fondamentale non solo per vedere più chiaramente le nostre reazioni automatiche, ma per iniziare a fare scelte nuove, più benefiche per noi e per gli altri. Sapere lasciare andare vuol dire essere liberi.
Meditate
La meditazione è uno degli strumenti più potenti che conosco per affrontare la paura e non è un caso che l’ultima parte di Mente Calma Cuore Aperto sia dedicata alla mindfulness delle emozioni. Quando ci sediamo con noi stessi, senza fuggire nell’azione come siamo troppo abituati a fare, stiamo coltivando tutta la pazienza, il coraggio e la gentilezza che ci servono, e che sono già disponibili in abbondanza dentro di noi, per affrontare le nostre paure. La stessa postura meditativa, che invita ad assumere una posizione comoda ma con la schiena dritta, incarna la possibilità di stare esattamente al centro della nostra esistenza, qualsiasi cosa stia accadendo, con rilassatezza, eleganza e dignità. Non è cosa da poco e forse è anche per questo che, chi medita da un po’, riferisce di potere persino sorridere alle proprie paure.
Chiedete aiuto
Non sta scritto da nessuna parte che dobbiamo sempre fare tutto da soli. Chiedere aiuto è una forma di coraggio e condividere le nostre paure con qualcuno che sa accoglierle può essere un grande sollievo. Confidatevi con gli amici veri e, nei casi di paura invalidante o cronica, rivolgetevi a uno psicoterapeuta. Avere paura è umano, evitare di prendersene cura è un atto di malvagità del nostro critico interiore nei confronti di noi stessi. Mandatelo a quel paese.
Festeggiatevi!
Infine, mi raccomando, celebrate ogni vittoria. Ricordatevi che, ogni volta che scegliete di fare amicizia con le vostre paure, avete fatto un passo nella direzione giusta. Datevi una pacca sulla spalla e, quando tornano, provate a conoscerle ancora un po’ meglio. In ogni caso, per il solo fatto di rispondere all’appello della vostra vita con coraggio, pazienza, curiosità e gentilezza, avete vinto.
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